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Ossola: "Cari saluti e baci da Domodossola liberata"


Quando si parla di Domodossola liberata, il pensiero va alla Repubblica partigiana dell'Ossola, cioé a quel territorio in cui, dal 9 settembre al 24 ottobre 1944, le forze partigiane proclamarono la "zona liberata" ed assunsero il controllo formando un governo, la "giunta provvisoria della zona liberata", in cui erano rappresentate tutte le formazioni armate del Comitato di Liberazione Nazionale.
Il governo della piccola Repubblica partigiana poteva contare sull'accondiscendenza della Svizzera, che consentì tacitamente il transito di merci e di uomini attraverso il proprio territorio.


La zona liberata nacque in seguito ad una serie di accordi fra i capi partigiani non comunisti ed i comandanti militari delle truppe italo-tedesche territoriali che, per evitare inutili spargimenti di sangue con attacchi ai vari distaccamenti isolati, ottennero il permesso di ritirarsi in armi dal territorio, lasciandolo al controllo de capi militari partigiani che calarono dai monti e dalla Svizzera verso Domodossola, principale centro della zona e sede della giunta provvisoria.

Numerosi furono gli episodi in cui le bande di ispirazione comunista attaccarono le truppe in ritirata, nonostante queste avessero ottenuto un salvacondotto dai capi partigiani di ispirazione cattolica, liberale e monarchica aderenti al C.L.N.
La guerra dei partigiani comunisti contro i nazi-fascisti era totale e la stessa iniziativa della proclamazione delle Repubblica partigiana dell'Ossola, nata di fatto da accordi col nemico, non venne condivisa e fu oggetto di contrasti fra i capi partigiani.

Ovviamente il governo fascista non poteva accettare che in una porzione del territorio nazionale, sebbene di nessuna importanza strategica, fosse auto-proclamata una "zona liberata" partigiana e venne quindi deciso di riprendere con le armi il controllo, lanciando l'operazione "Avanti".
Il 9 settembre iniziarono gli scontri militari, con un'azione del Battaglione Allievi Ufficiali della G.N.R., cui presto seguì l'azione di rappresentanti di tutte le forze armate della R.S.I.

Un compito particolare spettò ad un piccolo nucleo di paracadutisti della G.N.R., costituiti in un reparto di formazione creato prelevando nominativi estratti a sorte dalle diverse compagnie del 1° Battaglione Paracadutisti G.N.R. "Mazzarini", dove tutti si offrirono volontari.
Questo reparto raggiunse Arona il 9 ottobre, per iniziare una marcia in cui violenti scontri a fuoco si alternarono alla presa del controllo dei paesi della zona, dove la popolazione era fuggita sui monti o si era rintanata nelle case per paura di  ritorsioni, che non avvennero.
Il 14 ottobre veniva raggiunta dai paracadutisti Villa d'Ossola, dove il comandante del reparto requisì numerose biciclette e creò un plotone di paracadutisti-ciclisti, con l'intenzione di velocizzare l'avanzata lungo la strada statale in direzione di Domodossola, nel cui Municipio aveva sede la giunta provvisoria.

Questo plotone del "Mazzarini" entrò in Domodossola il 14 ottobre stesso, occupando il Municipio e alzando la bandiera italiana,  assumendo il completo controllo della cittadina il 15 ottobre 1944. Questa e altre vicende del 1° Battaglione Paracadutisti G.N.R. "Mazzarini" vennero narrate da Nino Arena nel volume realizzato dalle Edizioni Istituto Storico R.S.I., dato alle stampe nel marzo 1995.

Finita la guerra, nel 1945, alla città di Domodossola venne conferita la medaglia d'oro al valor militare, con la seguente motivazione:

"Mentre più spietata infieriva l’oppressione germanica e fascista, con il valore e con il cruento sacrificio delle formazioni Partigiane e con l'entusiastico concorso delle popolazioni, insorgeva animosamente.
Liberato il primo lembo di territorio alle frontiere, costituitasi in libero reggimento di popolo, l'uno e l'altro difendeva contro un nemico inferocito e preponderante per numero e per mezzi.
Ravvivava così negli Italiani la fede nell’avvento della democrazia e additava la via alla insurrezione nazionale liberatrice".
Valle dell'Ossola, 9 settembre - 15 ottobre 1944"

Come riferito anche nella motivazione della medaglia d'oro attribuita alla città, le operazioni militari si conclusero a Domodossola il 15 ottobre 1944, mentre l'avanzata lungo la valle proseguì fino al 24 ottobre, quando anche l'ultima banda partigiana sconfinò e trovò rifugio in Svizzera.

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Iniziamo a presentare questi eccezionali documenti, che testimoniano la mentalità con cui i paracadutisti G.N.R. del "Mazzarini" affrontarono la prova delle operazioni militari.

Il reparto di formazione venne schierato il 9 ottobre ad Arona e, risalendo la costa del lago, già il giorno successivo, 10 ottobre 1944, il paracadutista Giorgio Fandella scrisse a casa, alla famiglia, da Intra:
 
 
"Una piccola gita di piacere...
Vi piacerebbe esserci?
Baci
Giorgio"

Il reparto di paracadutisti, nella marcia di avvicinamento alla zona di operazioni della Val d'Ossola, aveva fatto tappa a Borgomanero, come testimoniato da un'altra cartolina inviata sempre alla famiglia in data 30 settembre:
 
 
L'oggetto postale più interessante é però una preziosa e rara testimonianza storica di questa vicenda militare,
Si tratta di una cartolina postale, che riproduce il municipio di Domodossola, sede della "giunta provvisoria della zona liberata".

La cartolina venne spedita il 16 ottobre 1944 da Domodossola, proprio all'indomani della riconquista della cittadina, dal nostro paracadutista del 1° Battaglione Paracadutisti G.N.R., che partecipò all'azione militare della presa di Domodossola, nel piccolo reparto di paracadutisti-ciclisti.
Il mittente annota il seguente recapito:

Paracadutista Giorgio Fandella 
I Btg, Parac. GNR Mazzarini - II Comp. "Folgore" - Prefettura Novara
Posta da Campo 707

 
e manda i suoi saluti alla famiglia:

"Cari saluti e baci da Domodossola liberata
Giorgio"

 
La cartolina venne spedita da Domodossola per la provincia di Genova, priva di affrancatura e di timbri del reparto, per cui venne apposto in partenza da Domodossola il simbolo di tassazione, tassa che non sarà riscossa a destinazione.

 
E' interessantissima, a mio parere, anche una ulteriore annotazione.
La cartolina presenta l'annullo di partenza di Domodossola in data 16 ottobre 1944:



il mittente data il suo scritto di saluto con questa formula:

 
in cui la data é seguita dall'indicazione dell'anno dell'Era Fascista (XXII) e, secondo una mia ipotesi, anche dalla nuova indicazione dell'Era Fascista Repubblicana (II).

L'Era Fascista era calcolata a partire dal 28 ottobre 1922, data della Marcia su Roma, mentre ritengo che l'Era Fascista Repubblicana, di cui al momento non ci sono documenti ufficiali che ne attestino l'adozione e che risulta del tutto sconosciuta sia agli storici che agli studiosi di storia postale, fosse calcolata a partire dalla creazione della Repubblica Sociale Italiana (23 Settembre 1943).

Credo sia importante per lo storico questa indicazione del calendario fascista repubblicano, perché significativa della autopercezione del proprio ruolo storico del  fascista repubblicano, una nuova figura di italiano rispetto a quella veicolata dalla propaganda del fascismo imperiale e monarchico nel Ventennio.
Indicazioni manoscritte di questo tipo, estremamente rare ma significative, possono contribuire ad una nuova chiave di lettura del valore politico che i fascisti del 1943-45 attribuivano alla Repubblica Sociale Italiana.
Un ritorno al fascismo delle origini, simboleggiato dal fascio repubblicano che rimpiazzò nella simbologia dello Stato repubblicano quello littorio del Ventennio monarchico, ma probabilmente anche un più deciso avvicinamento alla posizioni ideali socialiste tipiche del giovane Mussolini e del fascismo dei Fasci di Combattimento.

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Per concludere, credo sia opportuno segnalare che Giorgio Fandella,  il protagonista del nostro racconto, sopravvisse alla guerra e della sua partecipazione alla "liberazione" di Domodossola rilasciò una diretta  testimonianza a Nino Arena, che a pagina 88 del suo volume riporta:



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Vedi anche:


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